domenica, Luglio 6, 2025
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“L’Arabia Saudita non c’entra”, difende Mancini dopo la sua partenza

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Aspramente criticato dopo aver lasciato l’incarico di Ct dell’Italia, Roberto Mancini ha motivato la sua scelta, puntando il dito contro la Federcalcio italiana.

Roberto Mancini, molto criticato da quando domenica si è dimesso da Ct dell’Italia, martedì ha assicurato alla stampa che l’interesse dell’Arabia Saudita per la sua nazionale non spiegava la sua decisione. “Per me l’Italia è sempre stata la mia priorità. Dopo tanti anni in questa posizione, ricevo diverse proposte che studierò nelle prossime settimane, ma al momento non c’è nulla di concreto (…) Qualcosa accadrà quando Mi interessa, ma l’Arabia Saudita non c’entra”, ha detto Mancini a quattro quotidiani italiani, compreso il quotidiano sportivo. Corriere dello sport.

Secondo la stampa italiana e saudita, l’Arabia Saudita avrebbe offerto a Mancini un triennale da 25 milioni di euro per assumere la guida della propria Nazionale, senza allenatore dall’addio del francese Hervé Renard. Il Corriere dello sport segnala anche che Mancini, incoronato campione d’Europa con l’Italia nel 2021 e autore di una serie record di 37 partite senza sconfitte tra settembre 2018 e ottobre 2021, è stato avvicinato anche dal Messico.

“Ci ho pensato per mesi”

Per spiegare la sua decisione, Mancini punta il dito contro la Federcalcio italiana (FIGC), che accusa di sfiducia e di aver cambiato organico, in particolare con l’addio del suo braccio destro, nominato capo dell’under -18 squadra. 20 anni. “Ci pensavo da mesi (quando se n’è andato, ndr), era ora di partire, perché quando certe cose, certe situazioni cambiano internamente, vuol dire che stiamo andando verso la fine”, ha spiegato.

“Secondo me non eravamo più sulla stessa lunghezza d’onda (con la dirigenza della FIGC, ndr), è sempre meglio anticipare prima che succeda qualcosa di più grave. È una decisione che ho preso con grande dispiacere, perché ci tenevo molto molto della Nazionale”, ha assicurato l’ex allenatore di Inter e Manchester City.

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, non ha provato a trattenerlo: “Se qualcuno vuole tenerti può cambiare le cose”. Per succedergli, la FIGC pensa ad Antonio Conte che ha già guidato la Nazionale tra il 2014 e il 2016 e Luciano Spalletti, incoronato campione d’Italia con il Napoli. Quest’ultimo, che ha lasciato l’incarico a giugno e che detiene la cordata, è ancora sotto contratto con il Napoli che lo libererà dietro un risarcimento di tre milioni di euro.

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