La Lituania espelle l’Incaricato d’affari russo

La Lituania espelle l’Incaricato d’affari russo

AA / Ankara / Faruk Zorlu

La Lituania, uno degli stati baltici al confine con la Russia, lunedì ha ordinato al principale rappresentante della Federazione Russa di lasciare il Paese entro cinque giorni.

Una dichiarazione del ministero degli Esteri afferma che le autorità lituane hanno convocato un rappresentante dell’ambasciata russa per consegnare una nota “in cui si dichiara che l’Incaricato d’affari della Federazione Russa, Sergei Ryabokon, è persona non grata”.

La dichiarazione afferma che le recenti azioni e dichiarazioni di Sergei Ryabocon “contraddicono il suo status diplomatico, sono considerate un’ingerenza negli affari interni del paese ospitante e quindi violano la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche”.

Ha aggiunto che il ministero “ha fortemente protestato” contro la decisione di Mosca la scorsa settimana, “l’annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia, parti delle quali erano occupate dalla Russia”.

** Italia, Finlandia, Austria, Polonia e Portogallo convocano ambasciatori russi

Un comunicato del ministero afferma che l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, è stato convocato alla Farnesina, nell’ambito di azioni coordinate con i partner dell’Unione europea.

Riferendosi all’annessione illegale, il ministero ha esortato “le autorità russe a rinunciare a queste azioni illegali, che l’Italia non intende riconoscere, e al ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze russe dal territorio ucraino”.

Anche l’ambasciatore russo a Lisbona è stato convocato presso il ministero degli Esteri portoghese.

I media locali hanno riferito che i ministeri degli esteri finlandese, austriaco e polacco avevano convocato ambasciatori russi di stanza nei loro paesi.

Il ministero degli Esteri ceco lunedì ha chiesto ai suoi cittadini in Russia di lasciare immediatamente il Paese e a tutti gli altri di evitare di andarci a causa della parziale mobilitazione presa da Mosca il mese scorso.

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Dal 23 al 27 settembre, le regioni separatiste ucraine di Donetsk, Luhansk e le parti controllate dai russi di Zaporizhia e Kherson hanno tenuto referendum sull’adesione alla Russia.

La comunità internazionale, gli Stati membri dell’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno condannato questi referendum come “falsi”, sostenendo che non sono stati riconosciuti.

Anche la Turchia ha respinto con forza questa annessione, definendo le misure adottate da Mosca una “grave violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale”.

* Tradotto dall’inglese da Mourad Belhaj

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