Inchiesta in Italia c. Meta

Inchiesta in Italia c. Meta
Una persona cammina davanti al quartier generale di Meta a Menlo Park, in California, il 28 ottobre 2021 (JUSTIN SULLIVAN/GETTY IMAGES NORTH AMERICA/AFP/Archives)

Mercoledì la Guardia di Finanza ha annunciato l’apertura di un’inchiesta nei confronti di Meta, società madre di Facebook, per sospetto di abuso di posizione dominante nei confronti della società che difende i diritti d’autore dei musicisti.

Secondo il comunicato dell’antitrust, “Meta potrebbe aver interrotto impropriamente le trattative per la licenza d’uso dei diritti musicali sulle proprie piattaforme, screditando così la dipendenza economica della SIAE”.

SIAE, che rappresenta molti artisti italiani e stranieri, ha un contratto con Meta in scadenza a dicembre 2022.

Le trattative avviate per il rinnovo di tale contratto non hanno avuto successo, a causa del mancato accordo sulle condizioni economiche, che ha spinto Meta a boicottare le discussioni ea ritirare dalle proprie piattaforme tutti gli artisti rappresentati dalla SIAE.

L’Antitrust ritiene che Meta “non abbia fornito alla SIAE le informazioni necessarie per condurre le trattative nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e correttezza”.

“Meta potrebbe aver abusato del suo squilibrio contrattuale, chiedendo alla SIAE di accettare un’offerta economica sfavorevole, senza fornire informazioni tempestive per valutarne il merito”, aggiunge l’Antitrust.

Conclude: “L’Antitrust ritiene che un presunto uso improprio della dipendenza economica potrebbe avere un impatto significativo sulla protezione della concorrenza nei rispettivi mercati e comportare un danno significativo per i consumatori”.

Secondo l’agenzia di stampa italiana Ansa, Meta sostiene che la Siae abbia inizialmente chiesto un aumento che si è tradotto in un totale di “quasi quattro volte l’importo negoziato tra le due parti fino alla fine del 2022”.

“La SIAE ha rifiutato di accogliere qualsiasi proposta che sia inferiore al 310% di aumento (rispetto al contratto precedente, ndr). Non siamo pronti a concludere accordi irragionevoli dal punto di vista economico e logistico”, ha detto lui in parte lunedì, citato dall’Ansa Angelo Mazzetti, Chief Corporate Affairs Officer, Mark Zuckerberg Corporation.

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“La nuova licenza non è comparabile con quella firmata nel 2020 e ogni paragone in termini percentuali è inopportuno”, ha detto all’ANSA citando il capo della Siae, Salvatore Nastase.

“Meta (nel 2020, ndr) si chiamava Facebook e non si occupava del metaverso, e le sue ricette e l’utilizzo della nostra directory non erano paragonabili a quelle di oggi”, ha spiegato Nastase.

Tuttavia, Meta, secondo quanto riferito dalle agenzie AGI e Ansa, ha annunciato mercoledì la sua “disponibilità a collaborare (…) per raggiungere un accordo con la Siae che sia soddisfacente per entrambe le parti”.

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