La città sulle sponde dell’Adriatico fu per cinque secoli il porto strategico degli Asburgo. Trasformata nel XX secolo in una città di confine con i Balcani, Trieste si apre nuovamente al mare, offrendo al visitatore un viaggio emozionante e iodato.
Trieste non si rivela a prima vista. Venendo da Venezia, bisogna percorrere la Costiera scavata tra le falesie a strapiombo sull’Adriatico con i suoi riflessi metallici. Su questa corniche, il candore calcareo del Carso, l’altopiano delle Alpi Dinariche, si staglia su uno sfondo di macchia mediterranea. Dopo aver attraversato gallerie formate dall’erosione e dall’imprevedibile bora, vento violento proveniente dal centro Europa, la città prende finalmente forma. Ad est, la costa slovena e le prime coste dell’Istria sembrano a portata di mano. Delimitata da ampie banchine da cui sgorgano frangiflutti, Trieste è tutta rivolta verso il mare. A fine giornata, quando la bora è finalmente caduta, l’orizzonte si illumina all’improvviso. Il sole splendeva di mille luci prima di scomparire, portando i triestini ad affluire alla Mole Audace, costruita nel XVIII secolo sul relitto di una nave.
Armati dei loro cellulari, immortalano la bellezza…

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