Il governo sta cercando di imporre una tassa sulle società autostradali

Il governo sta cercando di imporre una tassa sulle società autostradali

Il 24 febbraio il primo ministro Elizabeth Borne ha annunciato il colore: per finanziare un costoso piano di ringiovanimento della rete ferroviaria, il suo governo ha voluto coinvolgere le compagnie autostradali e di trasporto aereo. Un’intenzione confermata il 21 agosto dal ministro dei Trasporti, Clement Bonn, che voleva rassicurare gli automobilisti: “Se c’è una tassa, non avrà alcun effetto sul pedaggio.”

In OpsHa chiarito ancora una volta che l’ambiente non dovrebbe essere, per i francesi, “Nessun disagio, nessuna punizione”.. Ma a pochi giorni dalla definizione del bilancio, i parametri della tassa sono ancora sconosciuti. Percy, che spera di guadagnare tra i 300 ei 500 milioni di euro all’anno, e forse di più, ha un grattacapo: sicuramente i concessionari autostradali (Vinci, Evag o Apertis) sarebbero “immuni” da qualsiasi nuova tassa che venisse imposta in particolare. Indirizza la loro attività.

Per le filiali delle spagnole Vinci, Eiffage o Abertis, la situazione è molto chiara. Dopo la privatizzazione delle società autostradali – organizzata quando Dominique de Villepin era primo ministro e Bruno Le Maire il suo più stretto consigliere – la legge prometteva di preservare la privatizzazione delle società autostradali. “equilibrio economico e finanziario” restringimento. È un’affermazione che si è rafforzata e articolata nel 2015, durante i negoziati sul piano di risanamento dell’autostrada tra Emmanuel Macron, allora ministro dell’Economia, ed Elisabeth Born, allora direttrice della Corte di Ségolène Royal.

Leggi anche: Il materiale è riservato ai nostri abbonati Tra lo Stato francese e le società autostradali, un ridicolo contenzioso fiscale

Garanzia di “stabilità delle detrazioni obbligatorie”

“È la sezione 32.”, spieghiamo a Vinci Autoroutes. Ha una storia: dopo il fallimento delle tasse ambientali, all’indomani della rivoluzione bretoniana dei “cappelli rossi”, è stato necessario risarcire l’impresa italiana che aveva installato i portici. Lo Stato ha poi imposto alle società autostradali di versare in bolletta un “contributo volontario straordinario” di 60 milioni di euro all’anno per vent’anni, ovvero più di 1 miliardo di euro. In cambio, le società di gestione delle autostrade ottennero un’assicurazione Stabilità delle detrazioni obbligatoriecon la garanzia che se “Equilibrio economico e finanziario della franchigia” era destinato a peggiorare, Misure compensative, in particolare tariffe, sarà preso. In altre parole: le multinazionali approveranno le nuove tasse.

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Emmanuel Macron lo ha spiegato lui stesso davanti al Senato il 9 aprile 2015, dicendo: “Sarà previsto un contributo volontario da parte delle società concessionarie autostradali per finanziare le infrastrutture pubbliche (…). Allo stesso tempo il governo (…) Durante questo periodo non verranno generate commissioni o costi specifici. Queste società vedranno solo tagli o aumenti delle tasse in tutte le società. » Forti di questo annuncio, i dirigenti di Vinci Autoroutes e di Eiffage respingono ogni nuova tassa e si preparano a confermare i loro contratti in tribunale.

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