Giornata di gloria di Davide Bais al Giro

Giornata di gloria di Davide Bais al Giro

Venerdì 12 maggio l’italiano Davide Bais ha vissuto la giornata più bella della sua vita ciclistica vincendo la 7e tappa del Giro in vetta al Gran Sasso d’Italia dopo una fuga di oltre 200 km.

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Il pilota italiano Davide Bais taglia il traguardo della 7e tappa del Giro in Gran Sasso, 12 maggio.
Foto: AFP/VNA/CVN

Una tappa di montagna nel suo Giro Nazionale, arrivando a oltre 2.000 m, in mezzo ai nevai: il corridore del team Eolo-Kometa difficilmente avrebbe potuto sognare un posto più bello per conquistare, a 25 anni, la prima vittoria nella sua carriera professionistica carriera.

L’ultima lunga salita, in paesaggi desolati, quasi artici, poteva diventare teatro di una prima grande spiegazione tra i favoriti. Ma, colpa soprattutto di un forte vento contrario, in gruppo non è successo assolutamente niente ei lunghi sono arrivati ​​raggruppati, a più di tre minuti dal vincitore.

“Mi aspettavo attacchi. Questo scenario mi favorisce. Sono contento di essere ancora in rosa stasera”ha fatto saltare il norvegese Andreas Leknessund che mantiene la testa della classifica generale con 28 secondi di vantaggio sul belga Remco Evenepoel.

Lo spettacolo è stato altrove venerdì 12 maggio, sotto forma di una fuga senza classifica, tre corridori che non contavano la minima vittoria nel loro record, abituati a lavorare nell’ombra per i loro leader e che hanno brillato in piena luce per competere per la vittoria in un Grand Tour in cima a un passo mitico.

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Davide Bais, il suo connazionale Simone Petilli (Intermarché) e il ceco Karel Vacek (Corratec) sono partiti quasi dall’inizio di questa tappa lunga 218 km per prendere fino a 13 minuti di vantaggio su un gruppo assonnato, e mantenerne altri tre all’arrivo.

In cima al Gran Sasso, a 2.130 m, Bais è stato il più bravo a sorprendere Petilli, che aveva dato tanto per tutta la giornata, e Vacek, sul punto di cedere durante la salita.

Contador in estasi

Non ero il più forte in salita, aspettavo lo sprint. Questa è la mia prima vittoria. Non me l’aspettavo. Pensavo di essere d’aiuto (il suo capo Lorenzo) Fortunato nel finale”ha sottolineato il vincitore che ha rubato anche la maglia azzurra di miglior scalatore a Thibaut Pinot.

I tre fuggitivi (da sinistra a destra) Karel Vacek, Davide Bais e Simone Petilli nell’ascesa finale al Gran Sasso, 12 maggio.
Foto: AFP/VNA/CVN

All’interno della squadra Eolo-Kometa, era euforia. In questa formazione di seconda divisione, invitata a questo Giro, le stelle sono soprattutto nel coaching con lo spagnolo Alberto Contador, due volte vincitore del Tour de France, in estasi al suo posto di telecronista, e l’italiano Ivan Basso, ex doppietta Giro vincitore diventato team manager.

Per una squadra come la nostra vincere qui è fantastico. Siamo qui principalmente per Fortunato, ma ci sono tanti piloti italiani nel nostro team che vogliono mettersi in luce. Questo è il terzo anno di Davide con noi. Vincere il Giro è bellissimo”ha commentato.

Dietro, i favoriti sono quindi rimasti nella loro nicchia, anche se Remco Evenepoel è scattato in cima al passo, senza fare la differenza.

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Il belga, ben recuperato dalla doppia caduta di mercoledì 10 maggio, aveva annunciato in avvio che non avrebbe attaccato per “mantieni la forza“prima della cronometro di 35 km di domenica 14 giugno, prossimo grande appuntamento di questo Giro.

Piuttosto, ha fatto affidamento sui suoi concorrenti, e in particolare sul team Ineos, per tentare un’offensiva. “Ma le condizioni non erano adatte. C’era un forte vento contrario e questo ci ha scoraggiato. Non volevamo provare nulla”, ha sottolineato Geraint Thomas, uno dei leader di Ineos.

AFP/VNA/CVN

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