Fumetti: L’erotismo di papà cita “Il nome della rosa”

Fumetti: L’erotismo di papà cita “Il nome della rosa”

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Papa erotica cita “Il nome della rosa”

Milo Manara, un uomo che attrae bene le donne, riprende la narrazione di Umberto Eco dove lei è quasi assente.

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Il giovane Adso, interpretato da Christian Slater nel film del 1986.

Al-Manara/Glenat

È il romanzo più famoso dell’italiano Umberto Eco: “Il nome della rosa”. Il libro è stato già oggetto di un brillante adattamento cinematografico nel 1986 ad opera di Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery nel ruolo del monaco detective William Baskerville.

Oggi, uno dei maestri del fumetto italiano, Milo Manara, si occupa della storia. Come promemoria, la trama si svolge in un monastero nel nord Italia dove furono assassinati diversi monaci. L’indagine, per quanto appassionante, è soprattutto un pretesto per descrivere la chiesa dell’epoca e l’importanza dei monaci copisti, e del gigantesco monastero che ospita una vera e propria biblioteca labirintica.

Se Manara è molto noto per le sue rappresentazioni sensuali delle donne e per le sue opere erotiche come “Le Déclic” o “Le parfum de l’invisible”, è chiaro che non dovrebbe limitarsi a questo. Che si tratti delle serie di Giuseppe Bergman o delle sue collaborazioni con Fellini o Prat, non possiamo fare a meno di meravigliarci della bellezza dei suoi disegni.

Brando nella recitazione

A 78 anni, non ha perso nulla del suo talento, come dimostra ancora una volta con il primo volume, Il nome della rosa. Riutilizza la tecnica dell’acquerello in bianco e nero, esaltata dagli effetti materici e dalla modellazione già sperimentata con Caravaggio. Ciò conferisce una dimensione molto inquietante alla storia, oscura e ghiacciata in questa neve che ricopre il monastero. Manara ha scelto non Connery ma Marlon Brando per interpretare William Baskerville. Questo è il vantaggio degli storyboard, puoi dare chi vuoi ai tuoi personaggi.

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Manara si diverte a dipingere illustrazioni proprio come facevano i monaci copisti e, in questo universo tutto maschile, riesce a trovare in una storia del passato il modo di rappresentare una donna splendida e di mostrarla nuda in copertina. Perché ci sarà sicuramente un’altra donna a cui ispirare il titolo del romanzo, ma non è ancora apparsa in questo primo volume. Il film era diverso dal libro e anche qui vediamo un faro personale, che ci fa scoprire altri aspetti di questa storia. Un album molto bello.

Il nome della rosa, Libro I, di Umberto Eco e Milo Manara, ed. Glenat, 72 pagine

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