Cronaca degli eventi: Stefan Jansson, l’ultimo stilista milanese in blu, bianco e rosso

Parigi, 29 gennaio 1962. Il giorno della presentazione della prima collezione della maison giovanile Yves Saint Laurent. Infatti, Logo: The Three Letters YSL, creato dall’artista del poster Adolf Moron, noto come Cassandra, e quello Pierre Berg Andò in pensione. Indirizzo anche: 30 bis rue Spontine, nel 16° arrondissement, qualsiasi luogo al di fuori dei circoli caratteristici della couture parigina – Faubourg Saint-Honoré, George V, Matignon, Montaigne. Per il brand Rue Spontine è un’opzione predefinita: Pierre Bergé ha puntato su Cours Albert Ier, l’ex residenza di Madeleine de Rauch, che si è trasferita in Rue Jean-Goujon, a due passi. Ma non importa quale sia il 29 gennaio 1962: è questa data, questo anniversario, che la Fondazione Pierre Bergé Yves Saint Laurent celebrerà il 29 gennaio 2022 con l’apertura della mostra sulla nidificazione al Louvre oltre che al Museo Picasso, al Centre Pompidou, al Museo d’Arte Moderna, al Musée d’Orsay e naturalmente al Musée Yves Saint Laurent (1). Un altro evento che si aggiunge a questa celebrazione: la pubblicazione di Rizzoli daPrimer YSL. Un punto e una personalità in comune in questo duo: il costumista Stefan Jansson, qui co-curatore delle mostre, là, co-regista con Martina Mondadori, per un lavoro di squadra in 26 personaggi. “Questo primer è stato un’idea per Pierre Bergé, il suo progetto finale”, dice Stefan Jansson, di Madison Cox, l’ultimo compagno dell’imprenditore, a garantire questo monumento comune. Janson, vecchio amico di Cox, ha accettato questo doppio progetto perché oggi è l’unico che conosce da molto tempo Yves Saint Laurent e Pierre Bergé.

Da parte mia, conosco Stefan Jansson da più di venticinque anni. L’ho conosciuto a Milano nel 1997 mentre provavo la prima edizione di una guida di viaggio. L’ho seguito nei suoi movimenti successivi ed era più che normale, se non necessario, date le circostanze e il suo argomento attuale, che andassi a parlargli. tranne Madame Figaro Dall’averla sulla copertina di uno dei suoi numeri molto tempo fa, la stampa francese ha sempre continuato a guardare altrove. Per un momento, questa celebrità transnazionale mi ha fatto pensare a quegli attori francesi che hanno fatto carriera in Italia e che la Francia ha cancellato dai suoi radar. Così Caterina Idraulico, A partire dal John Sorrell, A partire dal aspetto all’uncinetto o Filippo Leroy (Sì padre Filippine Leroy BeaulieuSelfie della serie Emilia a Parigi).

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Stefan Jansson ha occupato per vent’anni un’officina, un tempo fabbrica di biciclette, nel cortile del palazzo Liberty in marzapane rosa in Goldoni Road. L’ingresso è fiancheggiato da centinaia di pneumatici pieni di farfalle installati da Deyrolle che sono stati acquistati all’asta anni fa. Al piano di sopra, taglia, punge e cuce. Al piano terra, gli scaffali sono disseminati di abiti femminili che gli Intellettuali Radicali di Milano stanno raccogliendo, fedeli da anni al loro stile unico.

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