che dire del diritto all’aborto dopo la vittoria di Girogia Meloni

che dire del diritto all’aborto dopo la vittoria di Girogia Meloni

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In Italia le associazioni per la difesa dei diritti civili sono preoccupate per una messa in discussione del diritto all’aborto dopo la vittoria del 25 settembre scorso di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni il cui motto è “Dio, famiglia, patria”.

Con il nostro inviato a Roma, Anna Treca

Secondo la legge del 1978, l’aborto è autorizzato in Italia quando la gravidanza mette in pericolo la salute fisica o psichica della donna. Ma il processo non è automatico ei medici hanno diritto all’obiezione di coscienza. Infatti, dal 60 al 70% dei ginecologi si rifiuta di abortire (aborto) mentre molti ospedali non dispongono di un servizio adeguato.

In effetti, la legge è già molto mal applicata. Dal 1989 è autorizzata la pillola abortiva, che può essere assunta fino a sette settimane dopo l’inizio della gravidanza. Ma in alcune aree semplicemente non è distribuito. Per uno o più di questi motivi, molte donne hanno difficoltà ad abortire in tempo. Spesso devono andare in un’altra regione o all’estero.

Primo passo verso il proibizionismo

Dalla sua parte, Giorgia Meloni è un dichiarato oppositore dell’aborto. In campagna elettorale aveva assicurato che non avrebbe cambiato la legge, ma si era anche espressa a favore della prevenzione dell’aborto, misura che fa anche parte della legge del 1978. difende i suoi diritti umani, è un primo passo verso il proibizionismo.

In Italia la salute è una competenza regionale, e già si stanno assistendo ai primi cambiamenti, sulla scia del Vittoria legislativa di Fratelli d’Italia. In Liguria, vicino al confine francese, il partito di Giorgia Meloni ha appena rifiutato di approvare una legge regionale che garantisca il diritto all’aborto. Nel vicino Piemonte, Fratelli d’Italia vuole finanziare i movimenti anti-aborto con fondi pubblici. In un’altra regione, un funzionario eletto conservatore ha impedito la distribuzione della pillola abortiva, in particolare nelle cliniche private. Chissà se all’interno del partito postfascista non esiste già una strategia antiabortista.

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Mobilitazione delle donne italiane

Di fronte, le giovani italiane sono molto preoccupate e si stanno mobilitando. I movimenti femministi sono sul piede di guerra e stanno organizzando manifestazioni. Nei giorni scorsi due regioni di sinistra hanno avviato manovre. Uno per garantire la distribuzione della pillola abortiva ovunque, l’altro per rendere gratuita la pillola anticoncezionale. Ma il nuovo Parlamento dà il diritto alla maggioranza. E all’interno di questa maggioranza, il partito di Giorgia Meloni è più forte di tutti i suoi alleati messi insieme.

Ma Fratelli d’Italia ha ancora poco margine di manovra in termini economici o di politica estera. Alcuni osservatori temono poi che Giorgia Meloni attacchi i diritti civili e in particolare le interruzioni di gravidanza per soddisfare le sue truppe.

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